martedì 8 gennaio 2008

Il ruolo di LEADER

Di seguito riporto un mio pensiero che ho postato prima di Natale sul Forum della Verde e che per ragioni che mi sono ancora incomprensibili, è andato perso (insieme a molti altri post). Lo trascrivo qua giusto perché così non rischia di andare perso e perché sta facendo un po' discutere all'interno dell'Associazione. Era ora che certi discorsi venissero fuori...



...che senso ha essere i migliori se poi siamo costretti a chiudere?


Questa domanda è sicuramente una provocazione, ma non poi tanto lontana dalla nostra realtà come associazione.
Io sono un volontario che, anche se ha molti anni di associazione, non si è mai voluto interessare molto sull''aspetto organizzativo/formativo dei volontari e mi sono limitato a "osservare" come nel tempo è cambiata la nostra associazione. La prima cosa che si nota e la più evidente, è che da quando sono entrato io (marzo 1990) il numero dei volontari si è ridotto a circa 1/3, passando da 120 ca. a 40 ca. (restando ottimisti). Questo calo così vertiginoso dei volontari, ci ha costretti a fare alcuni cambiamenti: siamo passati da 8 a 7 squadre, poi siamo ritornati a 8 ma con il martedì fisso e con l'obbligo di fare ulteriori turni mensili per coprire i buchi e evitare così di dover utilizzare troppo i dipendenti. Inoltre non riusciamo a buttarci nel "mercato" rinunciando a prendere appalti in quanto, con così poche persone, non potremmo mai coprire altri servizi (o almeno così sembra).

Non voglio entrare nel merito degli appalti, in quanto non ci capisco niente...

Il problema più urgente mi sembra di capire sia quello di riuscire a coprire tutti i buchi delle notturne, buchi che puntualmente possono coprire solo i CS e Autisti. facendo un rapido conteggio, si è notato che il numero di CS e Aut. che fanno il turno dopo la mezza, non raggiunge il minimo per poter coprire le 8 sq. La soluzione quindi sarebbe quella di fare più CS e Aut.
Per quanto riguarda la formazione dei nuovi autisti, la soluzione la sta dando il 118 istituendo un corso per Autisti e stabilendo di fatto tempi e modi per la loro formazione. Per quanto riguarda la formazione dei CS, il problema è da risolvere internamente. Attualmente ci sono alcune persone che sono in training, ma sono li da troppi mesi e sembra che non si vogliano sbloccare da quella posizione. Come mai queste persone sono titubanti a dare l'esame? e come mai (soprattutto) gli altri soccorritori non decidono di entrare in training? Belle domande....
Peri i primi mi sono sentito rispondere che non si sentono ancora abbastanza pronti per affrontare un esame in quanto non sono riusciti a vedere tutte le casistiche o perché non hanno fatto (da quando sono in training) un servizio "importante" - poi mi dovranno spiegare cosa vuol dire "servizio importante" - scusatemi, ma queste per me sono tutte CAGATE!!

1- io sono in associazione da quasi 18 anni e nonostante tutto questo tempo, non sono riuscito a vedere tutte le casistiche del caso. Secondo i loro ragionamenti dovrei essere ancora un allievo in training.
2- io (come molti volontari che fanno servizio notturno) sono molti mesi che non faccio un "servizio importante" o che non uso il defibrillatore. Cosa doveri fare, retrocedermi ad allievo?

Ragazzi, cerchiamo di darci una svegliata tutti quanti e tiriamo fuori le palle! L'associazione, oggi più che mai, ha bisogno che ognuno di noi faccia la sua parte (e a volte di più)... prendiamo coraggio e iniziamo a camminare con le nostre gambe. Ricordo ancora come fosse ieri che uno dei miei primissimi servizi da CS che ho fatto è stato un incidente auto/moto (in training non l'avevo mai fatto). Non vi dico come ero agitato, ma grazie anche al resto dell'equipaggio, tutto è filato liscio... Bisogna solo iniziare, poi l'esperienza la si fa servizio dopo servizio. E' impensabile sperare di poter diventare CS e avere già tutta l'esperienza necessaria. Soprattutto non è pensabile che dopo quasi un anno non ci si è decisi a dare questo benedetto esame.

Per tutti i volontari che non hanno ancora deciso di entrare in training, voglio ricordare una cosa soltanto: Dopo che avete sostenuto l'esame delle 120 ore, per il 118 siete già CS (o come dicono loro LEADER), quindi se doveste capitare in un servizio con più pazienti coinvolti (es, pulman), il 118 si aspetta che voi vi comportiate da Leader!

A questo punto, non è più logico entrare in training per essere più preparati?

Per come la penso io, la causa di tutta questa "paura" è da riscontrarsi nell'atteggiamento mentale che siamo abituati a vivere in associazione. Da sempre il percorso del soccorritore, è stato quello di crescita "lenta" passando dalla figura del centralinista a quella di allievo 3° per finire, SE SI VOLEVA, a quella di CS. Adesso le cose sono un po' cambiate e, volenti o nolenti, ci dobbiamo mettere in testa che la figura di allievo 3° è sparita e che una volta finito il corso, TUTTI i volontari sono LEADER! non è più una figura facoltativa. Allora ben venga un periodo di "affiancamento" con un Leader anziano, ma questo deve portare dopo un periodo più o meno lungo alla completa autonomia del Leader in formazione. Soprattutto deve essere la Commissione a decidere quando il volontario è pronto e non il contrario, altrimenti, con tutte le nostre paure e dubbi, non faremmo mai l'esame (cosa che si sta avverando ora).
Una cosa che si potrebbe fare già da subito è quella di "incitare" maggiormente gli allievi a iniziare a fare gli approcci iniziando con i casi meno gravi e ostici, facendogli acquisire in maniera più veloce e meno traumatica, sicurezza.

Di certo non voglio minimamente ridurre il grado di preparazione che hanno oggi i nostri volontari, grado che, al di fuori delle nostre mura, ci ha sempre contraddistinto tre le altre associazioni, anche perché la formazione del volontario è doppiamente importante se consideriamo il fatto che andiamo a "operare" con persone umane e non con manichini...

Spero che questo mio pensiero, possa sbloccare un po' la situazione e se è il caso, portare a una discussione seria e costruttiva per risolvere (o tentare di risolverli) i problemi.

Certo, i problemi di un'associazione non sono solo questi, ma da qualche parte dobbiamo iniziare! Credo e spero di avervi dato materiale per riflettere e discutere e per poter iniziare il nuovo anno con uno spirito diverso.

BUON ANNO A TUTTI!!

2 commenti:

Davide ha detto...

Ciao Davide, sono perfettamente d'accordo con te. Tirare le cose per le lunghe è solo segno di debolezza. Soprattutto nel settore sanitario non si potranno mai vedere e sperimentare tutte le possibili combinazioni di situazioni, patologie ed eventi clinici. Non basterebbe una vita. Penso che in questo caso quello che conti di più è la preparazione teorica e a parità anche la conoscenza dei propri pregi e limiti...questo penso sia fondamentale per gestire in equilibrio anche l'imprevisto e le difficoltà.
Poi si sa, quando esci su un servizio non sai mai cosa trovi e può succedere che nessuno ti abbia mai detto cosa fare in una certa situazione. Ma in fondo è anche questo il bello del lavoro in strada, richiede una cosa che è fondamentale...si chiama con una parola che oggi sta un po' scomparendo...talento.

Midanno ha detto...

grazie davide per l'incoraggiamento, però più che di talento io parlerei di capacità di adattarsi alle esigenze e di improvvisare... nessuno di noi "nasce imparato" però ti posso dire per esperienza che (ad esempio) per chi ha già fatto un po' di campi in PC, ha capito perfettamente cosa significa adattarsi e improvvisare e adesso ci riesce meglio anche in servizio...Nel nostro campo l'esperienza è fondamentale, se rimani indietro e ti rifiuti di farla, mettendoti in gioco, sei fregato...


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